Generale

Guida al linguaggio inclusivo di Oxfam, 2023

Lingua

Inglese

Tipologia

Linee Guida

Obiettivo e gruppo target

Linee guida generali per una comunicazione inclusiva

Link

https://oxfamilibrary.openrepository.com/bitstream/

Breve descrizione

Questa Guida, pubblicata da Oxfam nel 2023, rappresenta un prezioso esempio di raccomandazioni su come usare il linguaggio per sfidare e spostare le percezioni per raggiungere una società e pratiche di comunicazione più inclusive. Una delle sfide principali per gli operatori della comunicazione è infatti quella di non utilizzare un linguaggio che rafforzi le norme o la struttura di potere che guidano la sofferenza.

Principali linee guida e principi estrapolati

I suggerimenti che seguono permettono di sfidare le percezioni comuni e di aumentare l'inclusività del linguaggio. Tuttavia, Oxfam ricorda che, in ogni caso, il principio guida principale rimane quello di basarsi sul modo in cui le persone desiderano essere chiamate. Il linguaggio deve sempre essere specifico per il contesto e per il pubblico.

 

DISABILITÀ, SALUTE FISICA E MENTALE

  • Non avere una disabilità non è generalmente riconosciuto come un privilegio, ma è spesso considerato una norma. Per contrastare questo aspetto, cercate di evitare i termini “normale, sano, abile”.
  • Evitate il termine “bisogni speciali”, che molti considerano offensivo perché sottolinea lo stigma sociale.

 

GIUSTIZIA DI GENERE/GIUSTIZIA SOCIALE

  • Evitare il termine “carico assistenziale”, che sminuisce il valore del lavoro di cura. Utilizzare invece “carico di lavoro di cura” per sottolineare l'importanza di migliorare e aumentare la qualità dell'assistenza.
  • Sostituire “lavoro dignitoso” con “lavoro dignitoso” per trasmettere il rispetto per i lavoratori in quanto esseri umani e non solo mezzi di produzione.
  • Evitare di inquadrare le attività solo per scopi pratici, come ad esempio presentare la giustizia economica delle donne solo come un mezzo per la crescita economica.
  • Evitare di usare termini come “prostituta” o “prostituzione”. Usate invece “lavoratrici del sesso”.
  • Non parlare di “persone povere”, che implica che la povertà sia intrinseca. Fate invece riferimento a “persone che vivono in condizioni di povertà”.
  • Etichettare i gruppi come “minoranze” rafforza la loro posizione di “altri” e implica vulnerabilità. Utilizzare un linguaggio più inclusivo.
  • Riconoscere e affrontare l'eteronormatività, legata alle norme patriarcali e alle aspettative di genere. Definite questi termini al vostro pubblico per facilitarne la comprensione.
  • Il termine “prodotti sanitari” implica che le mestruazioni sono impure. Usate termini neutri come “prodotti mestruali” per evitare di rafforzare lo stigma.

 

MIGRAZIONE, RAZZA, POTERE, DECOLONIZZAZIONE

  • Evitare il termine “immigrati clandestini”, poiché solo le azioni sono illegali e non le persone. Sottolineare l'umanità e le circostanze complesse degli individui senza usare un linguaggio disumanizzante
  • Evitare “razza mista” perché si allinea al concetto di “razza pura”.
  • Evitare il termine “empowerment”, perché gli individui possiedono già il potere, non è qualcosa che può essere dato loro da altri.
  • Evitare il binomio “Paesi sviluppati/paesi in via di sviluppo”, che ignora le disuguaglianze interne ai “Paesi sviluppati” e i sistemi diseguali che ostacolano lo sviluppo.
  • Non trattate le persone senza fissa dimora come un gruppo omogeneo. Scrivete di loro con sensibilità e rispetto. Evitare il termine “senzatetto”.
  • Usare “economia informale” piuttosto che “mercato nero” per evitare connotazioni negative e fornire una descrizione chiara e accurata.
  • Evitare “minoranza etnica” e preferire “minoranza etnica” per enfatizzare lo status di minoranza specifico del contesto piuttosto che implicare che l'etnia stessa sia una minoranza.
  • Evitare “persone vulnerabili”, poiché gli individui non sono intrinsecamente vulnerabili; si trovano in situazioni di vulnerabilità a causa di problemi sistemici piuttosto che di carenze individuali.
  • Evitare “dare voce a”, riconoscendo che le persone hanno già una voce e che voi potete solo fornire supporto.

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